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«Anna Vercesi non ha bisogno dell'ispirazione, ce l'ha, ha bisogno di un avvio: può provenire dall'esterno o dall'interno, ma serve un avvio, poi i versi fluiscono come cavalli selvaggi, difficili da contenere e da gestire, da ordinare, da tenere insieme. In più, tante volte, le parole si contorcono, tentano vicinanze ardite, cercano parentele improbabili e stranianti, talvolta prendono il sopravvento e vogliono esse stesse farsi poesia. Calendiluna: luna nascente, inizio, dall'invisibile al visibile, dall'ombra alla luce (riflessa). In questa raccolta la luna, rispettosa della sua mutevole natura, si fa di volta in volta materia poetica, accenno, citazione, storia, introspezione, rimembranza. Tuttavia non è mai l'ossatura della silloge, semmai soltanto il filo rosso, quasi il pretesto per l'espressione di un'energia poetica che la travalica e che si muove sempre libera. Nelle poesie di Anna, il linguaggio si muove con molta autonomia, senza troppi legami strutturali, ma con una particolare attenzione alle assonanze e dissonanze, talvolta obbligando il senso delle parole a torsioni che diventano però illuminanti riguardo al senso, lo "compiono".» (dalla prefazione di Luciano Rossella)