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Un modo di definire un classico - uno dei molti - è la sua attitudine a contenere moltitudini. Pur rimanendo se stesso, continuerà a mutare e trascendere la sua epoca, diventando cose diverse, in luoghi diversi, per diverse persone. Oppure potremmo dire che dentro il monumento di un autore classico è spesso nascosto uno specchio, qualcosa che restituisce un'immagine del suo lettore, chiunque esso sia. Questo volume ripropone precisamente un simile riflesso letterario; ma è anche la storia di uno specchio che, alla fine, è andato in frantumi. [...] Scrivendo di Bash?, di un classico che non smette di sedurlo e tormentarlo, Akutagawa ha creato un ritratto erudito e teso del grande poeta in cui, però, come riflettendosi nel buio lucido del suo inchiostro, continua a scorgere anche se stesso.