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«La poesia di Eduardo Lizalde ha tracciato una linea di estrema bellezza e orrore nella poesia iberoamericana, dal suo primo libro, La mala hora, del 1956 fino ad Algaida, del 2004. La sua opera è stata raccolta in volumi singolarissimi come le prose del Manual de flora fantastica del 1997 o l'elegia Tercera Tenochtitlan del 1983. Questi libri e altre poesie sparse sono state poi riunite in Nueva memoria del tigre del 2005. Quando leggiamo una poesia, leggiamo anche di nuovo l'uomo nella sua semplicità, nella modesta convenzionalità non eroica dei suoi infiniti atti; leggiamo in quel verso la stessa pulsione che ha governato il battito dell'aedo; e leggiamo il poeta futuro, quello che ritornerà a cantare con nuovi accenti le melodie antiche. Quando ci avviciniamo all'opera di un poeta vero, come Eduardo Lizalde, ci avviciniamo alla storia dell'anima umana...» (Dalla Presentazione di Mario Bojórquez)