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«Disamore è l'insieme degli aspetti distruttivi di ogni relazione affettiva, dell'amore di un amico, di un figlio, di un genitore, di un nipote, di un collega, di un maestro. Disamore è il buio intraneo a qualsiasi anima bella, un buio pericoloso e incombente che, quando non si è più attenti a se stessi, rischia di manifestarsi inconsapevolmente. E, proprio perché inconsapevole, il soggetto attraversato dalla pulsione distruttiva del disamore è sordo a qualunque richiamo alla umanità, credendosi nel giusto e non avendo alcuna percezione del male che commette. In queste poesie il lettore troverà la sorpresa di una moglie cattiva, di una madre violenta, di una famiglia che ti espelle, di un figlio che continua a giocare mentre la casa brucia. Questo male, puntualmente sottolineato, non vuole significare la fine di una relazione coniugale o filiale o amicale; né vuole dire che quella moglie, quell'amico, quel figlio o quella famiglia, è "cattiva" o disamorata, no. Il disamore è l'aspetto necessario, inscindibile dell'amore. È il "rovescio" della pellicola fotografica di una vita che scorre bene.» (dal saggio critico di Rocco Mario Morano)