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"Posando gli occhi sui rami non è solo il titolo della sua prima raccolta, ma è già una dichiarazione di metodo: lo sguardo. Infatti è proprio tutto nello sguardo che si gioca l'impatto poemático di questo testo: uno sguardo fenomenologico, uno sguardo disarcionato dal reale e immerso violentemente nella leggerezza/impalpabilità del sopralluogo, del sorvolo. Le poesie di Valeria Manzi è come se si sottraessero alla visibilità del contingente, per immergersi - anche come gesto della lettura - in una realtà che si concreziona all'evidenza per sottrazione e per mancanza. Un aggancio che accade anche per inneschi e improvvisazioni, che nulla hanno a che fare con la logica della consequenzialità, con l'ordine deterministico "causa/effetto". Tutto avviene per rigorosa casualità d'attenzione. Le immagini qui sono raccolte dalle evidenze del quotidiano, capaci di trasmigrare in quadri stralunati e funambolici, in prospettive deformate da una usabilità continua. La poesia qui si fa "liquidità" percettiva, singola e autonoma, di un raccogliere il mondo e le sue opere: le sue esistenze." (dalla prefazione di Stefano Raimondi)