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Marginalità, alienazione, frustrazione, sperdimento sono condizioni della contemporaneità da cui traggono spunto questi versi, che inseguono anonimi protagonisti di scene urbane, destinati a un futuro incognito. La periferia, ma anche determinati ambienti di lavoro, esperienze di naufragio e sradicamento, come luoghi e situazioni oggettive della società, anche se spesso "invisibili" o non sufficientemente considerate, si prestano a divenire metafore di un sempre più diffuso disadattamento. "Enclave", all'interno di città, non solo perché zone della realtà rispondenti a norme diverse, ma perché diverse e lontane dal sentire comune, ove il dato costante è la precarietà, il disagio, la mancata integrazione. Mondi alla deriva, in cui nulla sembra più contare, dove l'individuo sprofonda sempre più nella solitudine e in un isolamento che si pone come un muro fra sé e gli altri. I testi che compongono questa raccolta, scandita in tre sezioni, offrono uno sguardo a quei modi dell'esistenza che, invece di essere circoscritti ad ambiti marginali, tendono ad assorbire aree sempre più vaste del tessuto sociale.