Tab Article
Tutti noi conosciamo i post-it, quei foglietti di carta colorata, semiadesivi, che attacchiamo come segnalibri o usiamo come promemoria premendoli su superfici piane. Sono prodotti in varie forme: quadrato, rettangolo, mela, foglia, ecc..., anche se il formato tipico è un quadrato giallo di 7,6 centimetri per lato. Le dimensioni dei post-it, pur essendo variabili, sono assai limitate e se li usiamo per annotazioni sperimentiamo il limite della loro misura. Questa del limite è anche la caratteristica del tweet, messaggio di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri inviato a un sito Internet tramite instant messenger, email o cellulare con lo scopo di comunicare informazioni in tempo reale. Tweet, nome gentile di questa forma di comunicazione che deriva dal verbo inglese to tweet, "cinguettare", già nel suono rapido e sonoro del suo nome onomatopeico ci parla della istantaneità e brevità di tale messaggio. Perché dunque Bruno Ferrari e Alberto Figliolia poeti affermati - si sono posti questo limite di brevità: il foglietto del post-it e i 140 caratteri? Certo c'è il gusto sia di sperimentare un nuovo, veloce modo di annotare emozioni e di comunicare, sia della sfida: il limite non è adatto per uno stile debole, dove ogni parola pesa, qui si nuota o si affoga, qui sopravvive solo la vera poesia! D'altra parte imporsi volontariamente un limite è caratteristica dei poeti di tutti i tempi. (Dalla Prefazione).