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E poi, per la saga "la più grande sciagura della famiglia, del vicinato e della razza umana" ci sono io, che non so fare niente di particolare. Anzi, a dirla tutta, passeggio per i folti campi dell'indifferenza generale tenendo bene in alto la bandiera dello sfigato. Attraverso una struggente - talvolta sfacciata -ironia, Teofr racconta la sua storia, molto simile a quella di tanti altri ragazzi "sfigati" per tutti tranne che per pochissimi. Ad esempio, Teofr non è uno sfigato per Shayna, la sua migliore amica, la ragazza dei suoi sogni, il paradiso dell'inferno quotidiano. E non lo è nemmeno per Luca, il nuovo compagno di banco, che prova a spronarlo ma riesce solo a farsi odiare. Sottesi al racconto di Teofr, vivido e sincero, ci sono gli invisibili, l'amore, l'amicizia. E c'è anche la morte, ma solo per sbaglio. Perché è di questo che vive un adolescente, nel mutevole frutto della sua ingenuità.