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Con questa sua ultima opera in versi e in prosa, che ha accenti qua e là esplicitamente rodariani, Biagio Cipolletta torna a interrogarsi sulla parola dimostrando appieno in che senso proceda l'evoluzione della sua poetica: una parola così complessa, nel suo genuino e primitivo porsi, da suggerire l'idea che in lui le parole siano persone, accolte, presentate, trattate, come si usa da parte di un ospite cortese che voglia far stare a proprio agio quanti varcano la soglia di casa sua. Il gol del portiere non è un gol qualunque e trasforma la logica normale delle cose in quella più impeccabile delle verità umane. È così che lo scrittore, nel ruolo del portiere, grazie alla sua capacità di trattare le parole capovolgendone a volte il senso più ovvio, riesce a compiere un'impresa fuori del comune: "Il sogno si è avverato / puoi correre di follia e di gioia / puoi impazzire per il campo / e ubriaco essere sommerso / dall'abbraccio dei compagni".