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"È l'unica cosa che ricordo del nostro primo incontro: quel sentimento di sollievo, quel sentirmi in qualche modo finalmente libero dall'angosciosa sensazione di abbandono che mi prendeva ogni volta che dovevo lasciare l'ospedale. Da quel giorno mi sembra un unico giorno. È stata lei a insegnarmi a ricordare, ad apprezzare il passato, a vivere il presente, a guardare il futuro con meraviglia e fiducia. È la mia migliore amica". Carmela ascolta i ricordi di Antonio e li vive come fossero propri; nelle parole di lui legge se stessa, quella che avrebbe voluto e quella che vorrebbe essere. Raccontandosi, invece, Antonio si riscopre, stupito di quanto credeva di aver ormai rimosso dalla propria memoria e di quanto, in effetti, tutto ciò sia importante per lui. Un legame forte e intenso lega Carmela e Antonio, un legame che non sente la differenza d'età e che, anzi, quasi invertendo i ruoli fa della quindicenne la maestra e del venticinquenne l'allievo. E così, in una realtà rovesciata che rende questo breve romanzo simile a una favola, Paolo Zompicchiatti ha creato una storia delicata e commovente ma allo stesso tempo piena di speranza e colori brillanti.