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«Il primo incontro di Paolo con Anna avviene in un campo agricolo. È come un'apparizione, che ha qualcosa di antico e persino di numinoso. "Era una giovane donna bruna, capelli lunghi, neri (...) Era una bella donna, tipico esemplare siculo-greco". È una personificazione dell'Eterno Femminino, figura archetipa che condensa in sé quanto di più fascinoso è custodito dalle donne, nella loro essenza più insondabile. La figura di Anna si imprimerà nell'animo di Paolo, inestirpabile; e sarà come il leitmotiv di un percorso di formazione i cui tratti salienti saranno costituiti dagli opposti movimenti di avvicinamento e fuga dalla donna desiderata ma difficilmente raggiungibile nella sua bellezza sanguigna e tormentata. Con una scrittura tersa e accattivante, con uno stile oggettivo che restituisce i fatti nella loro nudità eloquente, questo romanzo di Andrea Vecchio ci trascina nel flusso di una narrazione in cui inizio e fine sono connessi da una necessità stringente, ineludibile e fatale come un destino.» (Giuseppe Bella)