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«Tutto traluce in una testualità senza titoli, maiuscole, punteggiatura: un continuum di sentire che scorre da un testo all'altro, da una sezione all'altra, indifferente a simboli grafici che scandiscano logica e senso. Non c'è però uniformità espressiva nel metamorfico fluire della poesia di Enzo Cannizzo; la leggerezza del dire, che tutta la connota, risuona di consonanze, assonanze, rime, e di una variegata alternanza metrica - dalla sonorità fraterna dell'endecasillabo canonico all'atonale bisillabo - spesso con un ironico e sorprendente gioco di ritmo e senso: come l'imprevedibile richiamo tra ali e frattali, tra rame e aspartame.» (dalla Prefazione di Maria Attanasio)