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"Una canción más clara" (2008) rivela la geografia spirituale della poesia carvajaliana nel 40° anniversario dello splendido esordio con "Tigres en el jardín" (1968). Questo canto d'amore «sopraggiunto» con sorgiva intensità, ma composto in almeno quindici anni, illumina le ragioni di una poetica e motiva a distanza che il sapiente uso metrico diventi modalità naturale del dire che Antonio Carvajal (Premio Nacional de Poesía 2012) ha saputo acclimatare nella lingua odierna, ferita dalla dissonanza e refrattaria a modelli di armonia 'classica'. La ricchezza di accenti, quintessenza di un patrimonio espressivo colto e popolare, riapre una breccia squisitamente lirica, cantabile e musicale, nella sensibilità contemporanea e con essa un orizzonte etico che attiene al difficile ma felice compito di scrivere da una dimensione vivificante del linguaggio e alla verità stessa della poesia nel breve spazio che disegna.