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L'uscita di un'autostrada senza sbocco, paesaggi di pioggia ai lati, tra vino, sogni increduli, fili elettrici, età e cicli, con numeri che sublimano in segni e viola. E con Amélie che, al suono di invisibili arpe, sputa in faccia il sapore della vita. "Dodiciventuno" è, infine, l'uscita che porta a casa, la traversa di campagna che riscopre il ventre e conserva, la strada del vivere sottovoce, dove sottovoce non è altro che presente e dopo e ancora.