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Con profondo intuito critico, non solo estetico ma anche antropologico, Franco Manzoni individua la singolarità della figura di Gabriella Cinti, caso unico nel panorama della lirica italiana contemporanea. Una poesia saffica e dionisiaca, pensata nei suoni, calata nella voce, che si fa corpo prima ancora di essere trascritta sulla carta. Altro tratto distintivo, l'attualizzazione della dimensione mitica originaria e archetipica, non solo greca ma soprattutto universale, attraverso cui leggere le vicende umane collettive e personali. Il mondo antico rivive così nelle sue liriche e nelle "azioni" da performer con modalità iniziatiche ed esoteriche di fascinosa suggestione.