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"La multimedialità, a livello linguistico, e la condizione liquida del tessuto sociale della postmodernità, teorizzata dal politologo e filosofo Zygmunt Bauman, connotano ricorsivamente le scelte artistiche dell'ampio panorama culturale delineato dalla curatrice. In epoca di globalizzazione, de-estetizzazione dell'arte versus un'estetizzazione diffusa di una merce-feticcio, questa società, a capitalismo avanzato, presenta, inevitabilmente, le sue tensioni, i suoi conflitti risolti o irrisolti, i suoi flussi migratori, i suoi disperati viaggi della speranza, il suo degrado o recupero ecologico, i suoi interrogativi aperti sul presente e sul futuro. Lo scenario risultante da un panorama selettivo di trenta esponenti olandesi e altrettanti italiani, non manca, infatti, di riflettere i segni, i sintomi, le aperture o chiusure d'orizzonte, che ogni artista, come sensibile sismografo creativo del contesto che lo circonda, proietta nella sua opera." (dal testo di Viana Conti tratto dal catalogo della mostra edito Liberodiscrivere)