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Questo libro è composto da quattordici racconti, brevi e meno brevi. Ritratti di adolescenti messi di fronte alla malattia, alla sofferenza o semplicemente refrattari a uniformarsi alle regole che qualcuno ha deciso per loro. Vite di giovani e meno giovani presi tra solitudine e incapacità di immaginare per sé o per il mondo un futuro credibile o anche solo accettabile. Il titolo alla raccolta, "Pocofuturo", è stato scelto perché in qualche modo il futuro si è contratto, ha perso di significato, è scivolato verso un futuro prossimo, un presente dilatato, atemporale. Pochi sogni, nessun ideale da realizzare: ognuno chiuso nel proprio angusto mondo, spesso intriso di rimpianto, di rancore. Le uniche figure che conservano umanità, capacità di emozionarsi, energia vitale, sembrano essere i giovani marginali, le ragazze in fuga, i bambini che anche di fronte alla morte sono capaci di reagire, affrontandola. Così, tra le pieghe di un'esistenza che sembra cristallizzata nell'inerzia e nell'apatia, può apparire d'improvviso una possibilità nuova, una speranza, persino l'amore.