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Il conte Carlo Borromeo Arese giunto a Napoli nel 1710 come viceré, non conosce molto di questa città complessa e della sua corte, certamente tra le più importanti della monarchia degli Austrias. Quando inizia questa avventura è un uomo di cinquantatré anni conosciuto nel contesto asburgico per aver collaborato in vario modo con le corti di Madrid e Vienna, ma nonostante questo côté internazionale egli trasferisce nella città partenopea usi e costumi appartenenti alla sua personale esperienza e a un territorio, quello milanese, lontano e differente dal Viceregno napoletano, seppure da oltre due secoli ad esso inestricabilmente legato attraverso il governo spagnolo.