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Il presente lavoro interviene in un momento delicato per la sorte dell'istituto dell'autodichia e per lo sviluppo degli studi ad esso relativi, in una contingenza tale da rappresentare, al contempo, sia uno stimolo alla rapida pubblicazione delle riflessioni da me svolte, sia un monito all'attesa nel divulgare i risultati scientifici di uno studio che, all'esito dei procedimenti in corso sui conflitti di attribuzione di cui di seguito, dovrà necessariamente essere aggiornato. Sono, infatti, ad oggi pendenti, innanzi la Corte costituzionale, ben tre giudizi per conflitto di attribuzione, parte dei quali sollevati dalle Sezioni Unite civili della Suprema Corte di Cassazione, parte dal Tribunale di Roma, II Sezione lavoro. Tali decisioni appaiono rilevanti per l'oggetto del presente lavoro, che, basandosi sull'analisi e sull'interpretazione del dato positivo, nonché sulla ricostruzione e lo studio della dottrina sull'argomento, anche alla luce dell'evoluzione dell'istituto e dell'ordinamento nel suo complesso, e comparato con gli ordinamenti a noi più vicini, vede nell'esame della giurisprudenza del giudice delle leggi, un suo momento fondamentale.