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Nel 1784, Vittorio Alfieri rese protagonista della sua "quarta tragedia di libertà" Agide IV, il giovane re condannato a morte nel 241 a.C. per aver cercato di risollevare le sorti di Sparta in nome dell'eguaglianza, ripristinando le leggi di Licurgo. Vittorio Alfieri ebbe, nei confronti di Plutarco, che ne aveva tramandato la tragica vicenda, un rapporto in equilibrio tra fedeltà, innovazione e reinterpretazione della fonte. Benché le vicende di Agire IV e del suo successore Cleomene III siano ad oggi pressoché obliate, il "mito" degli ultimi re di Sparta, testimoniato da Plutarco, Polibio, Diodoro, Livio e Pausania, ebbe una straordinaria fortuna tra pensatori, letterati e filosofi dell'Europa moderna: da Machiavelli ai monarcomachi, dai tragediografi della Gloriosa Rivoluzione e della Rivoluzione francese ai tragedia dell'Italia del Preromanticismo, dai poeti e filosofi dell'Illuminismo ai pensatori novecenteschi. Dopo Gli ultimi re di Sparta 309-146 a.C., Martine Chantal Fantuzzi ricostruisce la ricezione delle vicende di Agide IV e Cleomene III nella letteratura, nella politica e nella filosofia dell'Europa moderna dal XVI al XX secolo.