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Oltre "Trainspotting", dopo "Breaking Bad" e "Smetto quando voglio" c'è "Romanzo selvaggio". Una storia vera, una discesa agli inferi in una Milano ipertecnologica e schizzata, raccontata da un collettivo che si definisce Macello, il Caronte perfetto per traghettarvi in questo incubo metropolitano. Questo romanzo picaresco, feroce e tenerissimo, è un baedeker tossico sulla nostra società di rovine. Quattro cavalieri del nulla, ALT, CANC, CTRL, ESC, studenti di facoltà sgangherate e pornografi che, create al solo fine di produrre nuovi disoccupati, creano una start-up iperdigitale per lo spaccio, conversano amabilmente di questioni teologiche con un angelo, gestiscono affari con i clan calabroalbanesi e cercano un'impossibile redenzione in ogni possibile droga. Su di loro incombe e veglia la città di Milano, leviatano di periferie sgarrupate e bar cinesi, salotti in boschi verticali e crack house verso l'aeroporto, dove vige una sola legge: quella del denaro. E accumulando e bruciando denaro, inseguendolo e perdendolo, i nostri quattro eroi ci rivelano tutta l'insensata crudeltà che viviamo e che non vogliamo vedere, la crudeltà di essere schiavi volontari. Un libro avventuroso e folle, ricco di invenzioni linguistiche e di una narrazione a colpi di scena serrati, che ne fanno una sorta di videogame letterario, rapido e imprevedibile.