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La vita di Franco Franchini finisce così. Con un volo. Dall'alto dei bastioni di arenaria che svettano sulla città di Cagliari. Gli ultimi pensieri sono scritti e lasciati su fogli volanti. Tra il salto e l'inizio ci sta una vita intera, raccontata e ripercorsa dalla sorella Gabriella in questo libro scritto di getto, trattenendo il fiato. I sogni in tasca è un memoir appassionato. E un'autoterapia per fronteggiare il dolore. È la storia struggente di una famiglia e della parabola di una vita senza lieto fine. La morte del fratello è l'evento che cambia il corso di un'esistenza, quello che fa diventare grandi e che fa esplodere nei frammenti dolorosi di mille domande senza risposte il senso stesso della vita. È un percorso doloroso raccontato senza sconti da Gabriella, oggi quarantenne. È la minore di cinque figli, cresciuta in una famiglia con pochi mezzi e tante questioni irrisolte: un padre difficile, una madre debole, pochi soldi e una figlia da crescere da sola. Una ragazza molto bella, attratta dal mondo della moda milanese. Sfila e fa la fotomodella in un ambiente che la conduce fino a New York ma che presto abbandona. Per incompatibilità col rigore ostinato dei suoi principi morali. Chi ha la peggio in questa famiglia è suo fratello Franco. Un ragazzo intelligente ma tormentato, che fugge da tutti, soprattutto da se stesso, e che scivola pian piano in un buco nero creato dall'alcol e dal disturbo bipolare. Queste pagine non contengono risposte, ma solo domande e molti sensi di colpa. Che Gabriella cerca di superare confessando con coraggio quello che le famiglie solitamente tengono nascosto: debolezze e fallimenti.