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Qual è il sottile filo che unisce, in epoche così lontane e diverse, dal Medioevo all'800 russo e a quello europeo, tre grandi maestri della letteratura come Boccaccio, Stevenson e Tolstoj? Incredibilmente è un formaggio italiano, il Parmigiano Reggiano. Che allieta con la sua immagine le pagine del Decamerone, dell'Isola del Tesoro e di Guerra e Pace. Il Parmigiano Reggiano è l'emblema di quel Bengodi immaginato da Boccaccio nella terza novella dell'ottava giornata del Decamerone ambientata tra il Mugnone e il fantastico mondo di ravioli e Parmigiano Reggiano; è il cuore della scena nel fortino assediato dai pirati dell'Isola del Tesoro quando il dottor Livesay ascolta il giovane protagonista Jim, reduce da un giro nell'isola e gli consiglia un pezzo di Parmigiano Reggiano per conquistare il cuore del pirata Ben Gunn; è infine nel più grande romanzo russo l'ingrediente eccellente del pranzo che il principe Andrej, reduce dal fronte della guerra contro Napoleone, affronta a Mosca. Molto più che semplici citazioni, ecco dunque tre momenti che ci rinviano a una sorta di appartenenza alimentare inaspettata quanto suggestiva della letteratura di ogni tempo.