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"L'Elogio della follia" rappresenta un'esaltazione allegorica della figura della follia, rappresentata come dea in vesti di donna. Erasmo da Rotterdam, servendosi delle dolci parole della dea, pone in discussione tutto un mondo e un sistema di vita. Il libro, quindi, è una satira della teologia scolastica, dell'immoralità del clero ed elogio della follia del vero cristiano che impronta la sua vita sulla fede. L'ironia è assai poco velata, prendendosi apertamente gioco di molti concetti e pregiudizi di quel tempo. In tutta la narrazione l'autore afferma che la follia è la vera dominatrice dell'intera civiltà, con le sue leggi e le sue usanze. Una follia che con le sue ali circonda ed abbraccia ogni persona, i laici e gli ecclesiastici, gli umili e i potenti, gli ignoranti e i sapienti. Un testo straordinario ricco di riflessioni lucide e taglienti come lame, nel quale la follia è una divinità che rappresenta tutti gli errori e tutte le debolezze dell'essere umano.