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Avverte Paolo Menon: «Desidero confidare al Lettore che questa silloge, contaminata dal gergo teatrale classico e moderno - in qualche caso persino antico - non vuole in alcun modo obbligarlo a immedesimarsi in uno spettatore attento o in una comparsa che non abbisogna di copione, ma di ricoprire semmai il ruolo dell'osservatore dinamico e reattivo, poiché se "il teatro è la parabola del mondo" - come lo intendeva Giorgio Strehler -, il mondo non può essere che la manifestazione sensibile dei tanti ruoli da interpretare, iniziando auspicabilmente dal più difficile: quello di calarsi nei propri panni. E provare a recitarli.»