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Le biografie dicono che Jacques Lacan e Maurice Merleau-Ponty si incontrarono la prima volta al seminario di Alexandre Kojève, ma precisano che l'amicizia nacque successivamente, coinvolgendo le rispettive famiglie e consolidandosi nel tempo. Le lacrime di Lacan indaga questa amicizia, verificando come due uomini diversi per formazione e temperamento abbiano trovato il modo di colloquiare, influenzando i rispettivi percorsi intellettuali. Non senza contrasti e divergenze: poiché ogni relazione amicale comporta un problema di transfert, ovvero di identificazione, ma in quanto relazione di (e nel) pensiero non può prescindere dalla possibilità di un disaccordo. Del resto solo così gli amici possono esistere, restando contemporaneamente fedeli a un'appartenenza e disponibili alla differenza. Poiché l'amicizia non esiste senza l'amico, e non c'è alcuna ontologia che possa farla consistere in se stessa, ancorandola al cielo delle idee. Essa è sempre il risultato di un incontro e di una scelta d'oggetto, dunque di un'elezione e di un giudizio. Dal che discende che non è l'amicizia che manca, ma il sapere che la riguarda.