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Quando proviamo ad accostarci al tema della bellezza ci troviamo di fronte a un ostacolo insormontabile, quasi fossimo arrestati da un muro davanti a cui - ha detto Simone Weil - «tutto ciò che è stato scritto al riguardo è miserabilmente ed evidentemente insufficiente». Eppure la filosofia non ha rinunciato a tentare la scalata di quel muro e grandi pensatori (Kant, Schelling, Croce) hanno dedicato gran parte delle loro migliori energie a sondare le tracce del mistero della bellezza. Tra questi autori non è ancora debitamente considerato Antonio Rosmini, nonostante una profonda riflessione sui temi dell'arte e della bellezza accompagni gran parte della sua vasta produzione filosofica, dal giovanile saggio Sull'idillio fino all'ultimo capolavoro incompiuto, la Teosofia. Un lungo percorso di pensiero in cui Rosmini ha incontrato una personalità d'eccezione come Alessandro Manzoni, dando vita a un prezioso sodalizio intellettuale e umano. Il presente volume mira a offrire una ricostruzione organica su un aspetto non marginale e poco conosciuto del pensiero rosminiano: un ambito che non chiameremmo tanto estetica quanto callologia, ossia una riflessione ontologica sul bello.