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Nell'indagare la verità e la sua storia, Galimberti risale anzitutto alla prima fonte della nostra cultura, ai greci, che ci hanno tramandato una verità legata alla visibilità, anche se non immediatamente sensibile, com'è indicato da Platone col termine 'idea'. Ma qui inizia anche la sciagura del corpo nel mondo occidentale e la scissione, sempre più pronunciata, tra ciò che è inteso come anima e il corpo. Nell'età della tecnica la verità cambia ancora: vero è ciò che ha successo, che produce risultati, perché a contare sono gli effetti di realtà, non la redenzione o il sapere, ma unicamente quel che funziona. Al giorno d'oggi non abbiamo però nemmeno più la capacità di prevedere gli effetti delle nostre azioni e la tecnica (che non è la tecnologia) è diventata la visione e il mondo stesso in cui l'uomo vive. Un mondo in cui il concetto di verità non è ciò che fonda l'agire ma una sua imprevedibile conseguenza.