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Il testo qui pubblicato de "La donna che ride" di Giuseppe Cittadino è basato sull'unico manoscritto autografo esistente, al quale l'autore ha lavorato fino a qualche giorno prima della morte. Il grande lavoro fatto dalla nipote Felicia Clara Ferlito è non solo la ricopiatura e la risistemazione, ma soprattutto la rilettura di un romanzo così ampio e complesso, che ha richiesto molto lavoro in particolar modo nella seconda parte, non rivisto definitivamente dall'autore a causa della sua imprevista scomparsa. Si tratta certo di un lavoro titanico e impegnativo, durato oltre due anni, ma sicuramente la curatrice ha raggiunto un duplice scopo: primo di aver recuperato alla letteratura uno degli autori castiglionesi più interessanti del Novecento, secondo di aver fatto conoscere agli altri con un'azione di ricostruzione e di pubblicazione una storia che, pur dovendosi catalogare tra i romanzi d'appendice, è coinvolgente e moderna, anticipatrice dei tempi e femminista ante litteram.