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In "Matematica dello spirito" la ricerca filosofica sulla verità assoluta si concretizza con maggiore potenza. L'autore giunge a esplicitare con grande chiarezza il senso del rapporto tra finito e infinito, tra i "numeri" e lo Spirito indivisibile, continuando a confrontarsi con Emanuele Severino e avvicinandosi sempre di più al pensiero di Hegel. Si fanno avanti, inoltre, nuove indagini su ciò che affiora "con la morte", e quindi anche con la morte dell'"ultimo istante di vita eterna" che il Tutto è destinato a vivere "senza mai più celarsi". Siamo nel tempo in cui prevale la coscienza che interpreta gli eventi come un alternarsi isolato di essenti, esposti al nulla, e dunque al dolore. Si tratta di spogliare questa interpretazione dagli inganni sui quali si fonda, per ricondurla al suo senso veritativo. È la verità dell'errore, che si manifesta necessario, ma che prelude allo spicco della verità come sintesi tra le coscienze che, in eterno, sono in relazione tra loro, legate da un Amore la cui variazione lo renderà progressivamente più concreto ed intenso, fino alla gioia suprema. Questo è un libro in cui la speranza non è atto di fede fine a sé stesso, ma necessità incontrovertibile.