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"Ferri non ha mai perseguito una idea di sublime poetico ma, piuttosto, lo spettro di una verità quotidiana, personale, transeunte e pari alla vita stessa che i versi hanno il compito di trattenere o se non altro di inventariare. E il fatto che siano così pochi i nomi di luogo e di persona rammentati dice, con altrettanta eloquenza, che il poeta non guarda a ciò che nella vita è 'autentico', nel calore della prossimità e nella confidenza tra gli esseri umani, quanto, viceversa, a ciò che è 'vero' nel gelo e nel rigore della totale solitudine. Le situazioni sono elementari e perciò universali, calate negli interni domestici, negli spazi di una piccola città, con l'orizzonte slavato del mare Adriatico. Gli individui non parlano ma eloquenti sono le loro azioni e gli automatismi, per lo più inconsci o incompresi, che li pervadono nella vita quotidiana". (Dalla prefazione di Massimo Raffaeli)