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Cosenza, antica capitale dei Bruzi, assume nei rimandi storico-artistici del libro, caratterizzato da passione, rigore e valore documentario, un «volto nuovo», quello splendido e fascinoso di «città d'arte», vista attraverso gli occhi dell'osservatore profondo e appassionato e dello storiografo Napolillo, ricco di esperienza. Al posto del tesoro nascosto di Alarico, re dei Visigoti, vi si ritrovano gioie inaspettate, meravigliose opere di fede e arte, le sculture monumentali e innovative del MAB (Museo all'aperto Bilotti), la Stauroteca d'oro, di strepitosa e incantevole bellezza, la statuetta d'avorio raffigurante Cristo legato alla colonna, che si dice scolpita da Michelangelo Buonarroti. Il testo, rivolto a un destinatario collettivo, serve alla scoperta d'una città unica e vivibile, proiettata verso il futuro, descritta con eleganza e cura di particolari che certamente rimangono impressi nella memoria.