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Ci si può curare rispetto a una rappresentazione collettiva del tempo che plasma in modo coatto gli individui fino a dare origine a sintomi e a patologie? Esiste un'alternativa a un presente eterno fatto di istanti, la dimensione temporale dell'epoca tecnologica? Il libro risponde di sì a entrambe le domande. La psicoterapeuta osserva le recenti evoluzioni del disagio psichico, cogliendone aspetti di comune e crescente disorientamento. Ciò che manca negli sguardi e nelle parole di molti è il contatto con quel tempo interno che può dare direzione e senso alle cose della vita. Persi in un presente fatto di istanti disperatamente privi di futuro, gli individui non si accorgono di ciò che fa soffrire. Finchè, senza neppur saperlo, non aprono un dialogo con l'altro.