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Le ricerche archeologiche condotte negli ultimi vent'anni in concomitanza con i lavori di ristrutturazione della chiesa e dell'abbazia di San Caprasio, ad Aulla, hanno portato a ricostruire parti importanti della storia lunigianese. A partire dalla distinzione delle tre principali fasi, di cui una precedente all'atto di fondazione del 884, che diedero al complesso le forme architettoniche attuali. Ma indagando anche le successive fasi basso e postmedievali. Una ricerca caratterizzata da due aspetti. Il primo è, in tutte le aree di scavo, l'esiguità dei livelli d'uso e, quindi, dei manufatti d'uso comune. Il secondo è dato dalla frequenza di rinvenimenti che non esageriamo nel definire eccezionali: le due fosse in cui fu deposto il corpo di San Caprasio e la complessa architettura della seconda sepoltura che comprende un sarcofago in stucco e un'iscrizione lasciataci dai partecipanti al rito; una grande torre in conci squadrati avente caratteri altrimenti non attestati in Lunigiana, ma anche numerose fosse da campane, manufatti lapidei di qualità, con una griglia cronologica basata su numerose datazioni radiocarboniche.