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Il volume raccoglie il corpus completo degli scritti di Giuseppe Penone, elaborati nella sua lunga carriera e, per la prima volta, pubblicati in Italia. Parole, queste dell'artista, che aiutano a entrare nel processo-pensiero di un'opera già di per sé in progress. "Gli scritti di Penone, vero e proprio intimo trattato bio-botanico, accompagnano di pari passo la sua opera. Iniziano quando inizia il suo lavoro e seguono un parallelo di svolgimento e continuità con esso. Un lirismo panteistico vicino allo stordimento: si entra dentro una sorta di prosa poetica per addizioni, per accrescimento come gli anelli vegetali", scrive Francesco Stocchi, curatore della raccolta. Sempre immersa nella storia, la pratica di Penone si organizza dalla costante unione della scultura con l'osservazione della natura. Scolpendo il tempo, l'artista sostituisce il tempo del proprio atto arbitrario e performativo al tempo lento e inesorabile della natura. Il dialogo che istituisce con la natura è una conversazione intima, sussurrata: la consapevolezza di Penone di una fratellanza con i sassi o con le piante (come scriveva Klee, l'uomo "è la natura, un pezzo di natura nell'area della natura"), la sua disinvolta familiarità con l'Antichità lo fa dialogare alla pari con l'albero e il ruscello, e con le loro divinità tutelari, prese in prestito principalmente dal pantheon greco-romano. Il volume, con una quarta di copertina disegnata per mano dell'artista, può essere letto come una raccolta di storie mitiche, di parabole fondatrici, volgendo lo sguardo verso la magnificenza delle rovine romane: la pubblicazione è edita in occasione del progetto "Idee di pietra. Giuseppe Penone a Caracalla", dove l'artista ha scelto di inserire quattro opere nel percorso di visita delle Terme di Caracalla a Roma.