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«Ringrazio iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d'infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere». Così, in una battuta dal sorriso aperto ma con un velo di malinconia negli occhi, Gigi Proietti raccontava il suo amore per il teatro, la passione per la scena, il suo approccio alla vita. L'attore, nato il 2 novembre 1940 e scomparso il giorno del suo ottantesimo compleanno, il 2 novembre 2020 - stesso giorno di nascita e morte, come William Shakespeare - ha conquistato il pubblico sul palcoscenico, al cinema, in televisione, tra prosa, comicità, poesia, musica. D'altronde, le "scene" le ha sperimentate, conquistate, rivoluzionate tutte. Si è esibito da giovane nei locali notturni. Ha fatto il teatro sperimentale del Gruppo dei 101. Ha lavorato con Carmelo Bene. È stato "voce" di Casanova per Federico Fellini - molti i grandi ruoli anche nel doppiaggio - ha lasciato il segno nel mondo del teatro con "A me gli occhi, please" e molti altri spettacoli, e nel mondo del cinema con "Febbre da cavallo", ma anche "La Tosca", "Meo Patacca". Ha lavorato pure con Tinto Brass. Senza dimenticare la televisione, tra programmi e serie tv, come "Il maresciallo Rocca". Nel mezzo, i sonetti che amava scrivere e, ovviamente, il racconto della romanità, anche con tanti progetti per la sua città, tra scuole e teatri. A ottant'anni dalla nascita e a pochi giorni dalla sua scomparsa, un viaggio sulle orme dell'attore, dall'infanzia all'addio. Un omaggio a Proietti e un viaggio alla scoperta dei suoi pressoché infiniti talenti.