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Nella New York di metà Ottocento, Charlotte è una madre nubile che rinuncia con dolore alla potestà della figlia Clementina, "Tina", sperando così di assicurarle un futuro migliore. Dopo aver vissuto buona parte della sua infanzia in orfanotrofio, Tina viene accolta dalla ricca cugina della mamma, la vedova Delia Ralston, e le tre iniziano una convivenza dai delicati equilibri. L'angoscia di "zia" Charlotte e i dissidi interiori dell'altera Delia esploderanno in un crescendo narrativo con l'evolversi delle vicende sentimentali di Tina. In questo breve romanzo troviamo una Edith Wharton al meglio delle sue abilità letterarie. Lo sguardo ironico ma ricco di compassione per l'essere umano, i personaggi che provano a sgretolare le regole imposte dalla società, il coraggio di affrontare temi scabrosi per l'epoca e l'acuta capacità descrittiva della società del suo tempo si dispiegano qui in un romanzo densissimo. Il libro ebbe una vasta eco e ispirò nel 1935 lo spettacolo teatrale omonimo (adattamento di Zoë Akins, con cui vinse il Pulitzer per la drammaturgia) e nel 1939 un fortunato quanto osteggiato film con Bette Davis e Miriam Hopkins.