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Le nuvole ingombrano il cielo, lo affollano. C'è chi gode sotto la loro ombra, chi in essa cerca sprazzi di luce, chi soffre nel loro cono di buio. I più ne sono complici accettandole per tradizione sociale, altri si inzuppano della pioggia che sovente, a scrosci, fanno cadere. C'è chi spera di intravedere qualche spiraglio di sole, che lo scaldi un po'. C'è chi auspica il levarsi di un vento nuovo, che le diradi e le disperda. Affermava Fabrizio De André che la maggioranza degli uomini rappresenta la sopraffazione ed incarna la simbologia del potere. In "Omaggio a De André Vol. II - Le Nuvole" si raccontano storie di chi questo potere lo impone, in divisa da poliziotto, doppiopetto da mafioso, colletto bianco da politicante o in abiti da prete, e di chi questo potere invece lo subisce, e se ne sta sotto le nuvole che ingombranti incombono, bofonchiando e digrignando i denti. Perché come disse il grande De André: "L'Italia appartiene a cento uomini. Siamo sicuri che questi cento uomini appartengano all'Italia?".