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Nella punta sud-orientale della Sicilia, tra il 9 e il 16 luglio 1943, sulle bianche e calcaree cime arrotondate o pianeggianti dei Monti Iblei, sui suoi versanti ripidi e sulle cave scavate dai poveri corsi d'acqua siciliani, sui suoi campi coltivati e suddivisi in terrazzi delimitati da muretti a secco, si sviluppò una dura battaglia tra le avanzanti truppe anglo-americane appena sbarcate sulle spiagge del golfo di Noto, di Capo Passero e di Gela, e le truppe italo-tedesche schierate a difesa. Per le unità dell'Asse i Monti Iblei rappresentavano il baluardo per contenere la marea nemica che, conquistate le spiagge, puntava sulla Piana di Catania, per poi dirigersi su Messina e bloccare la via di ritirata alle truppe italo-tedesche verso la penisola italiana.