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Elena, una donna adottata, intreccia attraverso il racconto autobiografico la sua vita a quella delle sue due madri: quella naturale, sconosciuta e solo immaginata e quella adottiva, concreta. Alternando il diario al racconto in terza persona l'autrice si muove tra il presente e il passato di chi cerca le proprie radici, coprendo le distanze di realtà tra loro lontanissime. Sarà il racconto stesso poi, come in una metanarrazione, a farsi ponte tra Elena e i luoghi lontani delle sue origini abitati da volti sconosciuti che parlano linguaggi diversi, tra contraddizioni che si sciolgono nel finale.