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Nell'Ottocento si parla e si scrive molto sulle donne. Vengono esaltate, ma ancora soprattutto come madri e "regine" della casa. I rivoluzionari avevano giustificato la negazione dei diritti alle donne sostenendo che affidare ad esse un ruolo domestico significava garantirne la felicità. In Italia, presso le famiglie aristocratiche, era ancora diffusa l'usanza di affidare le ragazze, per l'educazione e l'istruzione, ai collegi religiosi. In altre parti d'Europa si diffondeva l'educazione laica. Fu proprio il lavoro a cambiare la vita delle donne e nell'Ottocento esse iniziarono a rivendicare pari dignità e diritti con gli uomini. Molte continuarono a lavorare in attività tradizionali. Le attività che si offrivano a queste ragazze erano limitate. Le ragazze di ceto sociale piccolo borghese diventavano istitutrici e governanti nelle case signorili.