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Lontano da ogni de-costruzione storiografica, questo saggio filosofico sintetizza alcuni temi che riconducono alla fortuna di Tommaso Campanella in una cornice data/dettata al/dettata rinascimentale, privilegiando tre approcci. Il primo, fra onoimia e philosophia. Il secondo, sulla sublimazione di un non-ego. Il terzo, dal sogno all'effimero in uno schema di causalità conoscitiva. Sostanzialmente, non esiste idealità nelle sue presupposizioni: E nell'opera: solo frammenti, analisi, dimostrazioni, perché la sistematizzazione del Nulla e costantemente sopravanzata dalla rettificazione, dall'anticipo e perfino dall'autocritica delle conclusioni ispirata dalla doppia etica dello scienziato e del nuovo utopista. Che impediscono al Calabrese/ a Tommaso Campanella sia di azzardare la teoria; sia di ignorare le sorprese e le smentite della pratica.