Tab Article
Questo scritto riconferma l'autore non solo come il filosofo per eccellenza, ma anche come attivo e geniale scrittore per l'arte cinematografica, facendo ricordare - tra l'altro - quel tentativo di unire teatro e cinema, pensiero che ci rimanda agli albori dell'invenzione del kinetoscopio di Thomas Edison [1847-1931], quando Irving Henry [1838-1965] in Inghilterra, David Belasco [1859-1931] a San Francisco e New York, nonché Giorgio II Sassonia-Meiningen [1826-1914] nell'Europa Continentale, tentarono di competere, con il loro teatro, alla nuova scoperta del 1888 che diede avvio al Cinema. New York e la cornice di questo spettacolo e L'Arte più Alta non solo è una grande attrice, ma anche perfetta Venere e Musa capace di bagnare d'amore il protagonista [Cliff], un sentimento ricco di nobiltà e aristocrazia che durerà per sempre. L'autore afferma la sua rituale filosofia composta di virtù, versi poetici e geniale sarcasmo. Un capolavoro della filosofia del cinema.