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Tutto lo tocca, tutto lo riguarda; si nutre di elementi del vissuto quotidiano a cui vuole strappare il velo dell'ipocrisia: "Guerrina ed io recitavamo l'un l'altra /la conferma della nostra onesta (L'ospitalita dell'ingegnere), "promesse che non costano nulla perche nessuno ne reclama la riscossione" (Il senso di questo inverno), ma che risultano anche intrisa di malinconia: "si finisce a scrivere parole/ sui bordi bianchi dei giornali,/ a vederle bruciare e confondersi nella nebbia" (Sul bordo delle cose). Sa essere dissacrante ("L'arte suo malgrado") o caustico ("La fragilità del domandare": "Come stai? Domandi.../ Mi toccherà mentire/ nella consuetudine senza coscienza della menzogna/ con il conforto delle buone maniere consuete" e "L'intestazione del dispaccio": "Picasso... facendosi beffe del ridicolo argomentare dei critici...") e sincero, fino all'autolesionismo: "alle contraddizioni, alle meschinita con cui convivo tiepidamente/... io vigliacco..."(La scelta del film da vedere).