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Il patrimonio culturale è di tutti e dall'essere di tutti e di nessuno il passo è breve, anzi brevissimo. L'intenzione, forse pretenziosa, certamente seria del volume è quella di cercare di "dimostrarne" la necessaria pubblica fruizione e responsabilizzazione affinché tutti se ne prendano cura. La materia di riferimento è il diritto dell'arte e dei beni culturali: disciplina prodigiosa sul piano degli approfondimenti e della messa a giorno di alcune delle questioni cruciali per una comunità, nazionale o locale che sia. Nella piena consapevolezza che serva un approccio multidisciplinare di osservazione (che è ben più della contemplazione per quanto anch'essa fondamentale), di comprensione e di educazione al patrimonio culturale, il volume si occupa dell'analisi del profilo giuridico che lo caratterizza, riferendosi a quel complesso sistema della tutela (penale) previsto dal nostro ordinamento giuridico. In una sezione del volume queste "regole" vengono messe alla prova. La storia e la contemporaneità, infatti, ci mostrano quotidianamente la fragilità dei beni culturali, non solo nelle aree di crisi internazionale o negli episodi più celebri di aggressione, ma ogni giorno nel nostro Paese, nei nostri paesi: ed è qui che si gioca la sfida, forse la più importante e impegnativa, della salvaguardia. Non è un libro solo per gli addetti ai lavori, anche se certamente guarda a coloro che si occupano di tutela e di formazione in materia di beni culturali, ma che si rivolge - attraverso un'architettura "discorsiva- dei contenuti, differenti prospettive di analisi che si confrontano e completano, un linguaggio il più chiaro e piano possibile - a tutti «noi, i cittadini» (S. Settis).