Tab Article
Può apparire singolare - scrive Raniero La Valle - che questo libro, che doveva essere un libro di geopolitica, sia diventato un libro di teologia, se si può dire così di un libro senza accademia. Ma è perché c'era da mostrare che l'obiettivo di un'unità umana capace di dar luogo a una Carta della Terra non si può conseguire se non si supera l'ostacolo religioso che lo impedisce, e c'era da dire che questo impedimento è ora caduto, o se ne stanno scalzando le fondamenta. Un popolo come soggetto di storia e non impari alla geografia, adesso può esserci, può essere istituito; lo reclama la scena del mondo, dove lo stato di natura delle sovranità in lotta tra loro non solo toglie la "buona vita", ma non permette più neanche la nuda vita; lo reclama il mare di sofferenza in cui tutti siamo immersi; lo rende possibile la nuova ermeneutica della fede, grazie alla quale non può esserci più un Dio a pretesto della divisione tra i popoli, non c'è più un Dio geloso e la Terra stessa non è una sfera ma un poliedro di differenze armoniose.