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Che effetto farebbe leggere in una sentenza di condanna che l'imputato deve ritenersi colpevole del reato ascrittogli anche se è certo che non avrebbe potuto scegliere di non commetterlo? E che opinione ci si farebbe di un giudice che condannasse qualcuno dichiarandolo colpevole di un reato pur riconoscendo che la scelta di commetterlo non sia stata determinata dai suoi stati coscienti, tanto che essa avrebbe potuto essere diversa senza alcuna variazione di questi ultimi? In "Liberi tutti?" si sostiene, avvalendosi di argomenti consolidati nel dibattito analitico sul libero arbitrio ed ampiamente accreditati in letteratura, che tutte le volte che un giudice pronuncia una sentenza di colpevolezza ed infligge una pena, si verifica inavvertitamente o la prima o la seconda ipotesi.