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"Sono un vecchio professore universitario in pensione, dichiarato emerito, gravato del Cavalierato di Gran Croce, ecc. Da anni non insegno più (solo di notte, in sogno, monto ancora in cattedra), ma seguo con passione la mia vecchia Istituzione e i colleghi più giovani ancora in carriera. Sono desolato, rattristato, talvolta stupefatto. Passano da una riunione all'altra, discutono di sbocchi professionali, di concorsi e di fondi, decidono i metri quadri da assegnare, compongono diagrammi e diapositive. Ma non vanno più in biblioteca. Sembrano faccendieri. Devono trovare risorse per master e dottorati. Ma non hanno più tempo per studiare, leggere, forse pensare. Ai miei tempi, solo tre lezioni la settimana, ma non in giorni consecutivi per aver modo di prepararle a dovere. Il valore dell'università è direttamente proporzionale alla preparazione culturale dei suoi docenti. L'università, nelle attuali condizioni, rischia di finire. Va rifondata, ricostruita. Nel senso del valore dei suoi docenti, forse, va resuscitata." (Franco Ferrarotti, Corriere della Sera, 15 ottobre 2010)