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Un manuale dovrebbe abitualmente prospettare un sistema compiuto, in cui magari alcuni istituti sono in via di evoluzione, ma che nel compendio riesca a fornire anche solo l'impressione di un insieme organico. Cosi evidentemente non può essere per il diritto tributario italiano, per molteplici fattori. Anzitutto, la copertura delle crescenti esigenze della spesa pubblica influisce su interventi anche disordinati sulle imposte, al fine appunto di reperire nuovo gettito. Ancora, esiste una innegabile ritrosia del legislatore a riformare la disciplina procedimentale dei tributi, in primo luogo provvedendo finalmente alla stesura di un'unica legge sul procedimento amministrativo tributario, molto probabilmente perché il riconoscimento di garanzie, che ne sarebbe il primo effetto, pone dei lacci e laccioli all' Amministrazione; tali vincoli non sono fisiologicamente graditi al gruppo che in un certo momento storico riesce a conseguire la maggioranza. Tenendo conto di ciò, quasi meraviglia che negli anni settanta del secolo scorso sia stato possibile effettuare una seria riforma del fisco. Di converso, importanti influssi sulla materia intervengono ad opera della legislazione e della giurisprudenza comunitaria, così come pure per mano della giurisprudenza nazionale. (Dalla Prefazione).