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Il libro non è soltanto una ricostruzione storica in occasione del centenario della nascita del Bauhaus (1919/2019). Certamente fa riferimento alla sua storia consolidata, ne capitalizza tutte le interpretazioni più coerenti, ma cerca di andare oltre, con tutti i rischi di un viaggio che, nel presente e soprattutto nel futuro, desidera individuare, in modo indiziario, ciò che è rimasto di quello "spirito rivoluzionario", e se è ancora possibile progettare mettendo al centro le idee e non solo le "cose ". Dalla collezione di Italo Rota, ai linguaggi della cultura digitale di Maria Grazia Mattei, fino alle immagini delle copertine di una rivista, "La Lettura", e alla scultura di Alberto Meda: al centro una città, Macerata, dove è nato Ivo Pannaggi, uno dei tre italiani allievi del Bauhaus, senz'altro il più eclettico, e una regione, le Marche, che nel suo modo di progettare e produrre ha sempre avuto, sullo sfondo, il modello della scuola tedesca: "un'industrializzazione senza fratture", come scriveva Giorgio Fuà.